RECENSIONI


Slittamenti d’anima, di Giampaolo Lai

Ruggiero Lamantea recensisce Slittamenti d'anima, di Giampaolo Lai, Aracne, Canterano RM 2019, pp. 280.


Ho letto con molto interesse l'ultimo testo pubblicato da Giampaolo Lai  Slittamenti d'Anima, ed. Aracne, dicembre 2019. E incuriosito da una nota a margine, pag 182, ho cercato ed ascoltato in streaming la sua intervista radiofonica sul tema della "irrazionalità reale del misticismo".

Un libro in cui gli otto capitoli e  le cui note a margine rendono bene l'idea di una costruzione del testo articolata su diversi piani: letterario, con le opere Otello e Macbeth, clinico, con i suoi pazienti interlocutori trader compratori, e religioso con i testi religiosi del vecchio e nuovo testamento.

Ho trovato questo suo terzo lavoro in continuità di ricerca e sviluppo con i suoi due libri precedenti: L'eternità sulla piazza del mercato, 2011, Ed. Vita e Pensiero, che avevo recensito su «Psicoterapia e Scienze Umane» n.4/11 e Spettri sul divano, 2015, Ed. F. Angeli sul n. 4/16. Aver letto i due precedenti mi ha facilitato nella lettura e comprensione di quest'ultima sua pubblicazione.

 Da un testo all'altro si nota come l'osservazione dei fenomeni che accadono nelle conversazione con i suoi interlocutori ed, in particolare, con gli eventi che toccano quest'ultimi nelle relazioni con i propri familiari defunti lo interessi particolarmente e determina la direzione dei suoi interventi nel trattamento. Spettri sul divano ha rappresentato una ricerca interessante delle modalità di lettura dei sogni dei pazienti/interlocutori/trader compratori in cui si presentavano i defunti - revenants.

Il libro, come avevo raccontato, esplora le molteplici modalità di ritorno dei morti, il significato della loro comparsa e ciò che può essere fatto per pacificarli. Con una distinzione che, oggi mi sembra  anticipatoria del nuovo lavoro, tra Ausserträume, ovvero i sogni oggettivi, esogeni, che provengono dal mondo esterno, e Innenträume, i sogni interni, endogeni, che provengono dalle esperienze psicologiche del sognatore e che Giampaolo, col libro attuale, abbandona del tutto. Con una preferenza sempre più accentuata verso una interpretazione esterna del ritorno dei revenants. Motivando il ritorno dei parenti defunti come dettati da una richiesta da fare oppure da una vendetta personale o a causa di una maledizione che si protrae da tempo.

Giampaolo spiazzava, già allora, i suoi lettori col suo interesse clinico non più centrato sulla biografia dei pazienti o sulla ricerca di avvenimenti del passato, ma era ed è interessato a comprendere le intenzioni dei ritornanti, cosa vogliono comunicare e cosa vogliono che si faccia per loro. Se i ritornanti vengono per segnalare qualche negligenza, mancanza o colpa dei sopravvissuti, allora non resta che espiare, riparare o mettere in atto azioni che portino pace ai defunti. Nell'interlocuzione da me avuta per la pubblicazione della recensione del testo nella rivista succitata, con un confronto a volte sgradevole e duro, avevo omesso, con mio grave errore, di collegare questo nuovo orientamento di Giampaolo, con i sogni dei suoi interlocutori, ad una attuale corrente filosofica definita del 'realismo speculativo - che trova in Quentin Meillassoux il suo massimo esponente e che mi sembrava rendere conto del nuovo orientamento di Lai nella scelta interpretativa dei sogni dei pazienti. Quentin Meillassoux, filosofo francese e docente presso l'Università Paris 1- Pantheon- Sorbonne, col suo libro Dopo la Finitudine, ed. it. Mimesis 2012, - «il materialismo speculativo rivendica una realtà esterna indipendente da noi, al solo prezzo della rinuncia di ragione sufficiente»". In contrapposizione a Kant, scrive (pag. 43) «siamo costretti a rompere col requisito ontologico dei moderni, secondo il quale essere, è essere un correlato. Al contrario, noi dobbiamo tentare di comprendere come il pensiero possa accedere al non correlato, a un mondo in grado di sussistere senza essere dato. Il che equivale anche a tentare di capire come il pensiero possa giungere ad un assoluto: ovvero ad un essere così slegato e separato dal pensiero, da potercisi offrire come non-relativo a noi -in grado di esistere indipendentemente dalla nostra esistenza"  In una comunicazione personale Giampaolo mi ha informato che per un lungo periodo ha vissuto a "pane e Meillasoux".

In Slittamenti d'Anima Lai fa un passo ulteriore: non solo legge i sogni come determinati da realtà esterna al soggetto, ma propone che il soggetto ne riceva anche un nocumento fisico dagli antenati, con diverse modalità e con differenti significati. E oltre, e questa è una novità del testo, che il paziente/trader compratore possa vivere esperienze di slittamento della propria anima.

E spiega il significato di questo termine (pag. 61): «con slittamento d'anima intendiamo quello strano fenomeno ai limiti tra naturale e soprannaturale, tra materiale e spirituale, consistente nel fatto che l'anima di un vivo o di un morto scivola dentro il corpo di un vivente, nei suoi sogni, nella sua mente, obbligando la vittima a fare e sentire come se fosse l'invasore o come l'invasore comanda».

E come su accennato, ci dispiega, come in un libretto d'opera, le vicende esistenziali, amorose e d'incontro che muovono l'anima di Otello, attraverso un fazzoletto stregato, verso Desdemona e lo portano alla fine conosciuta. O la storia di Macbeth e la sua possessione diabolica che ne cambia radicalmente carattere e comportamenti. Alternandosi con le vicende umane delle sue interlocutrici reali - in questo testo tutte al femminile -, dal comportamento inconsulto di Camilla in una  baita di montagna  presa dalle anime del padre e della madre. Alle visioni di Anna, tra San Michele e il diavolo, che portano Lai a scrivere che: «lo slittamento d'anima è un processo alla fine del quale può trovarsi, in alternativa ad altri fenomeni, la visione...»

È convincente Giampaolo? Sì. Direi che è sempre piacevole leggere le interazioni con i pazienti in presa diretta e coinvolgersi nei fenomeni che osserva, analizza e presenta con nuovo linguaggio. Con un rischio che mi sembra presente quello di cadere nelle credenze religiose o nel misticismo. Secondo la definizione del dizionario di Sabatini Coletti: ' il misticismo è un atteggiamento spirituale o dottrina religiosa o filosofica in base a cui l'intima Unione col divino, ottenuta con l'ascesi e la meditazione interiore, porta alla conoscenza perfetta'. Sottolineerei due aspetti di criticità: una è il rischio di allontanare il lettore dalla comprensione piena del testo. Molti si troverebbero a condividere una idea di interiorizzazione delle figure parentali decedute. Proprio in questi giorni ho avuto un colloquio con una mia interlocutrice che ha perso la mamma da un anno, e che da allora ha avuto ed ha una inquietudine costante verso la figura materna in merito alla casa ricevuta in eredità e che esitava ad accettare. Le ho chiesto - ero sotto l'influsso del libro di Lai, evidentemente - cosa poteva fare per tacitarla - la madre, allora mi ha raccontato di essersi sentita appagata, come non succedeva da tempo, dopo la decisione presa di ristrutturare la casa e di avervi passato lì un intero pomeriggio sentendosi libera, finalmente. L' antecedente della mia domanda era stato l'episodio di qualche giorno prima: nell'uscire di casa la paziente si era avventatamente spinta fuori facendosi male ad un piede - e qui mi è sovvenuto in mente la paziente Camilla di Giampaolo-, da un lato, e dall'altra si era accorta di aver preso le chiavi della casa materna e non le sue, rimanendo così chiusa fuori casa. 

L'altra è: il mix che Lai presenta di letteratura classica, in questo caso frutto della fantasia creatrice di Shakespeare, e dei vissuti reali delle sue pazienti non rischia di creare con-fusione? Essendo due registri esistenziali così diversi?

Nonostante queste mie ultime perplessità, nessun dubbio, e sono sicuramente di parte, nel proporlo come una utile lettura e d'insegnamento.




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