ATTUALITA'


Stili di comunicazione dei governanti al tempo del virus IV : Giuseppe Conte



Pierrette Lavanchy

Abbiamo esaminato i discorsi di Emmanuel Macron, di Angela Merkel, e della Regina Elisabetta II, pronunciati in occasione dell’inasprimento delle misure per il contenimento del contagio da virus Covid-19. Ci occupiamo ora del discorso del Presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, pronunciato in data 11 marzo (cioè circa una settimana prima dei suddetti esponenti esteri).

Ci corre infatti l’obbligo di ricordare che il governo italiano è stato il primo a instaurare il cosiddetto lockdown. Precisamente, il giorno 8 marzo era stata istituita un’area unica comprendente il territorio della Regione Lombardia e di altre 14 Province, estesa il giorno successivo 9 marzo a tutto il territorio nazionale, nell’ambito del quale era vietato «ogni assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico» e vigeva l’obbligo di stare a casa. Il mercoledì 11 marzo il Presidente del Consiglio annuncia la chiusura degli «esercizi commerciali non essenziali».

Seguendo il nostro procedimento tipo, cominciamo col presentare l’inizio del testo del discorso, limitatamente alle prime 22 righe (frammento sul quale calcoleremo le forme foniche FF1, cioè la ripartizione dei predicati verbali; l’insieme del discorso verrà aggiunto in allegato - cliccare su "Scarica il documento"). In secondo luogo passerò in rassegna i motivi narrativi dell’insieme del discorso, con attenzione alla direzione del messaggio (“io-voi”, “io-noi”, “noi”, “loro”, ecc.) Seguirà l’analisi delle forme foniche FF1, e in ultimo il calcolo della forma fonica 2 (FF2), cioè dell’indice di riferimento.

 

4. Inizio del discorso di Giuseppe Conte - 11 marzo 2020 (22 righe)

Vorrei cominciare ringraziando prima di tutto, ancora una volta, i medici, gli operatori sanitari, i ricercatori che mentre vi parlo stanno lavorando senza sosta negli ospedali per combattere l’emergenza sanitaria, per curare i nostri malati. 

Il mio grazie va anche a tutti voi, che state rispettando le misure che il Governo ha adottato per contrastare la diffusione del virus.

Vi ringrazio perché so che state cambiando le abitudini di vita, state compiendo dei sacrifici, so che non è facile, ma sappiate che con questa vostre rinunce – piccole o grandi – stanno offrendo grande contributo prezioso al Paese.

L'Italia, possiamo dirlo forte, con orgoglio, sta dando prova di essere una grande nazione, una grande comunità, unita e responsabile.
In questo momento tutto il mondo ci guarda: certamente ci guardano per i numeri del contagio, vedono un Paese in difficoltà. Ma ci apprezzano anche perché stiamo dando prova di grande vigore, di grande resistenza.

E io ho una profonda convinzione – e vorrei condividerla con voi – domani non solo ci guarderanno ancora, e ci ammireranno, ci prenderanno come esempio positivo di un Paese che, grazie al proprio senso di comunità è riuscito a vincere la sua battaglia contro questa pandemia.

Siamo, lo ricordo, il Paese che per primo, in Europa, è stato colpito più duramente dal coronavirus, ma siamo anche quelli che stanno reagendo con la maggior forza e con la massima precauzione, diventando giorno dopo giorno un modello anche per tutti gli altri. […]

 

4.1. Motivi narrativi del discorso di Giuseppe Conte

Ringrazio gli operatori e i cittadini per gli sforzi in corso Io- voi

Possiamo essere orgogliosi di essere italiani - Noi

Gli altri ci apprezzano e ci apprezzeranno ancora Loro-noi

Il Paese è sotto sfida su diversi piani

Io nel governare tengo conto di tutti gli aspetti io-la cosa pubblica

Io ho fatto un patto con la mia coscienza io-me stesso

Io metto la salute dei cittadini in primo piano  io-cittadini

Io ho già chiesto sacrifici, ve ne chiedo di nuovi io-voi

Disponiamo la chiusura di tutte le attività commerciali non essenziali io-cittadini

Ci saranno attività garantite

Le misure dureranno molto tempo perché non avranno effetto subito

Nominerò un commissario Io

Voglio dirvi che ne usciremo se tutti collaboreremo. Io-noi

 

4.2. Commento

Il discorso di Giuseppe Conte inizia con un atto di parola, un ringraziamento, che stabilisce una relazione io-voi con gli interlocutori. Ringrazia gli operatori sanitari per il lor lavoro, e i cittadini per le rinunce che stanno affrontando. Nel farlo rimane astratto, parlando di “rispettare le misure”, “cambiare le abitudini di vita”, “compiere sacrifici” e “rinunce” (diversamente da Angela Merkel che cita concretamente, per esempio, i “bambini che non possono andare a scuola”). Subito dopo, l’oratore si richiama all’orgoglio nazionale, corroborato dalla reazione che il Paese ha mostrata di fronte all’attacco del virus e che è stata osservata dalle altre nazioni. E proiettandosi nel futuro il parlante predice che i motivi di orgoglio legati ai comportamenti virtuosi continueranno a esserci; notiamo che ricorre allo stesso procedimento retorico con il quale la Regina Elisabetta si proiettava in un futuro in cui i discendenti avrebbero potuto essere fieri, retrospettivamente, del manifestarsi delle virtù nazionali britanniche nella crisi attuale. Il parlante poi si dispone a rivolgersi al “voi” chiedendo nuovi sacrifici, ma prima inserisce un discorso generale nel quale ricorda la complessità degli aspetti colpiti dalla sfida del virus, la difficoltà del governare e afferma di aver fatto un patto con la propria coscienza. E quindi prima di arrivare al registro io-voi, passa per diversi registri: io-la cosa pubblica; io-me stesso; io-cittadini. Dopo di che annuncia le misure essenzialmente in prima persona singolare, ma alludendo anche al noi dei ministri, per concludere nel registro io-noi, mentre fa appello alla responsabilità di ciascuno in quanto membro della comunità.

Se contiamo gli indici di direzione dei motivi narrativi (cioè se sono diretti a un “voi”, o a “noi”, o centrati su “io”, ecc.), sui 12 motivi narrativi, troviamo 1 solo “noi” in assoluto, 2 se si conta inoltre 1 forma “Io-noi”. Percentuale: 16%. Troviamo poi 7 forme con “io”, “io-voi”, percentuale 58%.

Lo stesso calcolo svolto sui 17 motivi narrativi di Angela Merkel dà: 6 “noi”, percentuale: 35%, 7 forme con “io”, percentuale 41%.

Il paragone ci dice che il rapporto tra le forme “io” e le forme “noi” è più bilanciato in Merkel, più sbilanciato in Conte. Che cosa vuole dire? Che Angela Merkel, pur consapevole della sua carica e del suo ruolo decisionale (o forse perché sicura di possedere queste proprietà) condivide il destino della sua gente in modo più immediato; mentre il nostro Presidente del Consiglio esprime  concetti simili alla Cancelliera ma in modo più contenuto e più schivo.

 

4.3. Forme foniche del discorso di Giuseppe Conte (sulle 22 prime righe)

 

N.

Io

Altro

Presente

Passato

Finz.

Infinit.

Imper.

1

vorrei

 

presente

 

condiz

 

 

2

 

cominciare

 

 

 

infinito

 

3

 

ringraziando

 

 

 

gerundio

 

4

parlo

 

presente

 

 

 

 

5

 

Stanno lavorando

presente

 

 

 

 

6

 

combattere

 

 

 

infinito

 

7

 

curare

 

 

 

infinito

 

8

 

va

presente

 

 

 

 

9

 

State rispettando

presente

 

 

 

 

11

 

ha adottato

 

Pass pross

 

 

 

12

 

contrastare

 

 

 

infinito

 

13

ringrazio

 

presente

 

 

 

 

14

So

 

presente

 

 

 

 

15

 

State cambiando

presente

 

 

 

 

16

 

State compiendo

presente

 

 

 

 

17

so

 

presente

 

 

 

 

18

 

Non è

presente

 

 

 

 

19

 

sappiate

presente

 

 

 

 

20

 

Stanno offrendo

presente

 

 

 

 

21

 

possiamo

presente

 

 

 

 

22

 

dirlo

 

 

 

infinito

 

23

 

Sta dando

presente

 

 

 

 

24

 

essere

 

 

 

infinito

 

25

 

guarda

presente

 

 

 

 

26

 

guardano

presente

 

 

 

 

27

 

vedono

presente

 

 

 

 

28

 

apprezzano

presente

 

 

 

 

29

 

Stiamo dando

presente

 

 

 

 

30

Io ho

 

presente

 

 

 

 

31

Vorrei

 

 

 

condiz

 

 

32

 

condividere

 

 

 

 

 

33

 

guarderanno

 

 

futuro

 

 

34

 

prenderanno

 

 

futuro

 

 

35

 

È riuscito

 

Pass pross

 

 

 

36

 

vincere

 

 

 

infinito

 

37

 

Siamo

presente

 

 

 

 

38

ricordo

 

presente

 

 

 

 

39

 

È stato colpito

 

Pass pross

 

 

 

40

 

siamo

presente

 

 

 

 

41

 

stanno reagendo

presente

 

 

 

 

42

 

diventando

 

 

 

gerundio

 

Total

8

 

25

2

4

9

 

 

Afferenti all’io = 8 – 19%

Presente = 25 – 59%

Passato = 2

Finzionali = 4 – 9%

Indefiniti = 9 – 21%

 

4.3.1. Commento

Dal brano esaminato (22 prime righe del discorso dell’11 marzo 2020, vide infra) emergono i dati seguenti:

relativa flessione dell’io (19%, medietà 30%);

indefinitezza moderata (21%, appena sopra il limite di 20%)

tasso dei predicati del possibile moderatamente basso (9%, il limite è 10%)

iterazione del presente (59%, più del 50% dei predicati)

Quello che colpisce è che i valori rilevati si situano per lo più molto vicino al limite della loro categoria: abbiamo un’indefinitezza, ma moderata; predicati del possibile poco al di sotto del limite; una flessione dell’io non drammatica (alla pari con i testi degli altri oratori). L’unico dato che supera decisamente il valore limite è l’alto tasso di predicati al presente, tale da costituire una iterazione. Quindi possiamo dire che il parlante è fortemente ancorato al mondo attuale, si avventura poco nell’universo del possibile, lascia margini di indefinitezza nel suo discorso, si mostra presente con discrezione, senza assertività.

 

4.4. Forma fonica 2 – indice di riferimento

Calcoliamo ora la quantità relativa di sostantivi e di predicati verbali dell’inizio del discorso, calcolata sulle prime 100 parole.

Nelle prime 100 parole del discorso di Giuseppe Conte, da “Vorrei” fino a “L’Italia, possiamo” [dirlo forte], troviamo 20 predicati verbali (le forme composte, che constano di due o più parole, per esempio “è stato colpito”, o “stanno reagendo” sono contate ciascuna come 1) e 19 sostantivi. Ne risulta che l’indice di riferimento è di 19/20 = 0,9.

4.4.1. Commento conclusivo

Rispetto ai nostri standard, l’indice di riferimento del discorso di Conte, che è vicinissimo all’1, si situa nella parte superiore della fascia detta di “espansione del riferimento”, che va da 0,5 a 1. Tuttavia, se lo paragoniamo agli indici degli altri discorsi esaminati, dobbiamo riconoscere che è inferiore (il più “basso” essendo quello del discorso della Regina, con 1,7!). La conclusione è che il testo mostra un’apertura agli oggetti del mondo sufficiente, ma nulla di più: che sia per una forma di controllo o di prudenza, lo lascio ai lettori ipotizzare. Comunque, nel calcolo dell’indice di riferimento, il dato del discorso di Conte è in linea con la medietà, come lo era nel calcolo della ripartizione dei predicati. E questa uniformità non può non colpire l’osservatore. Un equilibrio perfetto.



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