ALGORITMI



Come si calcolano le forme logiche di un testo?

Come si calcolano le forme logiche di un testo?
 
Per la rubrica ‘Algoritmi’ del Sito dell’Accademia delle tecniche conversazionali.
 
            Per rispondere alla domanda del titolo: ‘come si calcolano le forme logiche di un testo?’ cominciamo con il definire che cosa sono le forme logiche. Per definizione, Def. Le forme logiche del testo, FL, sono l’interfaccia di negoziazione tra, da una parte, le parole e frasi di un testo, e, dall’altra, le figure logiche, [logico-modali, della logica del tempo, vero-funzionali], alle quali le parole possono più o meno conformarsi. Le forme logiche alle quali il Conversazionalismo più frequentemente ricorre sono racchiuse nel box n° 1.
_
FL1. Le figure logico-modali aletiche (da aletheia ‘il vero’)
 
Il Possibile
Mp
‘è possibile che p’
 
L’Impossibile
~Mp
‘non è possibile che p’
 
Il Necessario
Np = ~M~p
‘è necessario che p’
FL2. Le figure logico-modali deontiche (da déon ‘il dovere’)
 
Il Permesso
Pp
‘è permesso che p’
 
Il Proibito
~Pp
‘non è permesso che p, è proibito che p’
 
L’Obbligatorio
Op = ~P~p
‘è obbligatorio che p’
FL3. Le figure logico-modali assiologiche (da axios ‘il valore’)
 
Il Bene
Gp
‘è bene che p’
 
Il Male
~Gp
‘non è bene, è male, che p’
 
L’Indifferente
Gp = ~Gp
‘non è né bene né male che p’
FL4. Le figure logico-modali epistemiche (da episteme ‘la conoscenza’)
 
Il Sapere
Kp
‘sa che p’
 
Il non-sapere
~Kp
‘non sa che p’
 
La Credenza
Bp = ~Kp & Kp
‘crede che p’
FL5. Le figure logico-modali temporali:
 
Passato debole
*Pp
‘p è accaduto qualche volta nel passato’
 
Passato forte
Hp
‘p è sempre accaduto nel passato’
 
Futuro debole
Fp
‘p accadrà qualche volta in futuro’
 
Futuro forte
*Gp
‘p accadrà sempre in futuro’
FL6. Le figure della logica vero-funzionale, VF
 
 
A
‘è vero che A’
 
 
~A
‘è falso che A’
 
 
A & B
‘è vero A e è vero B’
 
 
A v B
‘è vero A oppure è vero B’
 
 
A \\--\\---> B
‘da A segue B’
box n° 1 delle 4 figure logico-modali, delle figure del tempo e delle forme vero-funzionali, con gli operatori corrispondenti, indicati con i simboli in lettere maiuscole; mentre il contenuto proposizionale, rispetto al quale ciascun operatore palesa l’atteggiamento proposizionale della frase, è indicato con il simbolo p; il simbolo ~ sta per la negazione, ‘non’. Gli asterischi, che in FL5 precedono i due simboli delle figure logico-modali del tempo, *Pp e *Gp, servono a differenziarli rispetto ai simboli della figura assiologica del Bene, in FL3, Gp, e della figura deontica del Permesso, in FL2, Pp
 
Per calcolare le forme logiche di un testo, si fa come quando, osservando un cielo stellato si cerca di scorgere a quale figura geometrica, mettiamo un triangolo o un trapezio, si conformano questo o quell’ammasso caotico di stelle. Nel lavoro conversazionale, il cielo stellato è il testo; le stelle sono le parole del testo; le figure geometriche sono le figure logiche del box n° 1. Proviamo ora a filtrare, attraverso le figure del box n° 1, il testo del turno verbale 7 della conversazione con Vito. 
 
Es. n° 1 dalla conversazione con Vito del 26.7.05.
 
7 Vito: Fatto sta che nell’incontro ho fatto come se non fossi io oggetto del suo comportamento, come fossi un attore, non so come spiegare questo, ma: ‘com’è possibile che lui provi, quando io assolutamente’, il problema, immagino, proprio per il, così, dopo un ciao iniziale, però, al di là, dopo, c’è una difficoltà proprio di, però, al di là di quello non, forse al di là di quello, “cosa gli dico”, cioè, a dover giustificare se parlo subito della cosa, cioè, e comunque io ero di fretta, non avrei potuto trattenermi, per cui, come gestire quel momento, però sicuramente non mi sarei aspettato una, una, un’ira così. [7’32”].
 
Il calcolo delle forme logiche comincia con la segmentazione del turno 7 di Vito nelle sue frasi semplici componenti, ciascuna delle quali verrà situata nella colonna seconda (sotto la rubrica Proposizioni) del box n° 2. Nella quarta colonna (indicata con la rubrica logico-modale) verranno siglate le forme logiche corrispondenti alla proposizione in esame. Quando una proposizione sembra accomodarsi a più di una sola figura logico-modale, nella colonna quarta sigliamo tutte le forme che ci sembra di aver scorto. Per semplicità, non ci occuperemo qui delle altre figure logiche (logica del tempo, logica vero-funzionale). Nota: ricordiamo che le frasi semplici sono canonicamente costruite attorno a un verbo con il modo finito. A volte ci possono essere ragioni, sulle quali non entriamo attualmente,  che consigliano di emanciparsi dalla regola, come facciamo qui al sintagma 8 trattato come una frase.
 
proposizioni
V.F.; tempo
logico-modali
1
Fatto sta che
V.F.
 
2
nell’incontro ho fatto
V.F
 
3
come se non fossi io oggetto del suo comportamento  [nel senso di ‘è possibile che non fossi io oggetto etc’ = Mp]
 
Mp
4
come fossi un attore [nel senso di 3 = Mp]
 
Mp
5
non so come spiegare questo
 
~Kp
6
ma: ‘com’è possibile [nel senso di ‘non so come sia possibile che’ = ~Kp]
 
~Kp, Mp
7
che lui provi [in quanto il modo congiuntivo esprime un certo allentamento dalla attualità verso la possibilità, allora leggiamo Mp]
 
Mp
8
quando io assolutamente’ [nel senso di una frase semplice: ‘quando io assolutamente non lo provo’ = V.F., cioè ‘è vero per lui così e è vero per me il contrario’]
V.F.
 
9
il problema, immagino, [‘immagino’ nel senso di ‘credo’ = Bp; oppure nel senso di ‘è possibile che’ = Mp]
 
Bp; Mp
10
proprio per il, così, dopo un ciao iniziale, però, al di là, dopo, c’è una difficoltà proprio [l’elemento lessicale ‘difficoltà’ = Male = ~Gp
V.F.
~Gp
11
però, al di là di quello non, forse al di là di quello, “cosa gli dico” [nel senso di ‘non so che cosa gli dico’ = ~Kp
 
~Kp
12
cioè, a dover giustificare se parlo subito della cosa, [nel senso di: ‘nell’ipotesi che io parli etc.’ = ‘è possibile che’ = Mp; l’elemento lessicale ‘dover giustificare’ = Op]
 
Mp; Op
13
E comunque io ero di fretta
V.F.
 
14
non avrei potuto trattenermi [nel senso di ‘era impossibile che mi fossi trattenuto’ = ~Mp]
 
~Mp
15
per cui, come gestire quel momento [se ipotizziamo lo svolgimento del sintagma nella frase nel senso di ‘non avrei saputo come gestire quel momento’ = ~Kp e~Mp]
 
~Kp ; ~Mp
16
però sicuramente non mi sarei aspettato una, una, un’ira così [nel senso di ‘non avevo previsto’ = ‘non credevo’ =  Bp; nel senso di ‘nonsapevo’ = ~Kp; per l’elemento lessicale ‘ira’ = Male =~Gp].
 
~Kp; Bp; ~Gp
box n° 2 per l’inventario delle figure logiche
 
Già a un primo colpo d’occhio sulla colonna quarta, notiamo che le due figure logico-modali, del non-Sapere, ~Kp, e del Possibile, Mp, sembrano contendersi il predominio. Ma se non ci accontentiamo di una impressione a volo d’uccello, andiamo a calcolare la distribuzione numerica delle figure logico-modali nel box n° 3. I dati numerici del box n° 3 si trovano poi visivamente illustrati nell’istogramma del box n° 4 e nel box n° 5 della linea con i nodi.
 
Forme logiche
Numero
Percentuale
accorpamenti
Su 16 frasi
~Kp
5
31%
Epistemiche 43%, da 5 ~Kp + 2 Bp =7
Bp
2
12%
 
 
 
 
Mp
6
37%
Aletiche 50%, da 6 Mp + 2 ~Mp
~Mp
2
12%
 
 
 
 
~Gp
2
12%
Assiolog., ~Gp =12%
Op
1
6%
Deontica, Op = 6%
Box n° 3, per la distribuzione delle figure logico-modali del testo di Vito
 
 
 
 
 
 
Box n° 4 per l’istogramma (a colonne) e box n° 5 per la linea con i nodi, che riproducono  i medesimi valori della distribuzione delle figure logico-modali del box n° 2.
 
Abbiamo così calcolato il profilo immateriale logico-modale del turno 7 di Vito, che riprendiamo in due forme, entrambe scalari decrescenti dall’alto in basso.

 
 
Figure singole
%
 
Figure accorpate
%
Mp
6
37%
Aletiche, 8 =  6~Mp + 2Mp
8
50%
~Kp
5
31%
~Gp
2
12%
Epistemiche, 7= 5~Kp + 2Bp)
7
43%
Bp
2
12%
~Mp
2
12%
Assiologiche
2
12%
Op
1
6%
Deontiche
1
6%
Box n° 6 del profilo immateriale delle figure logico-modali del turno 7 di Vito
 
 
Dalle formule astratte immateriali, al senso, al significato.
 
Guardando, in conclusione, il box n° 6, possiamo dire che il profilo conversazionale immateriale, quanto alle forme logiche, del testo di Vito è dominato dalle due figure, del non-Sapere, ~Kp, e del Possibile, Mp. Per le ricerche conversazionali, si tratta di un risultato interessante e soddisfacente, tanto più che ci consente, a esempio, di paragonare rapidamente i risultati di una serie di conversazioni considerando le differenze, se ci saranno, tra il ~Kp al 37% attuale e il medesimo ~Kp con un altro tasso o sostituito da un’altra figura dominate di una conversazione successiva. Tuttavia, il ragionare su formule logiche, su forme immateriali, il calcolare i passaggi da un ~Kp di un testo a un Gp di un testo successivo, può richiedere un atteggiamento ascetico al quale non sempre ci adattiamo. Ci occorre, a volte, sia per disposizione personale, sia per richieste della committenza, impinguare le nostre forme astratte, chiedersi che cosa vogliono dire, interrogarsi sul loro senso e sul loro significato. In altri termini, si richiede di interpretare le formule in questione. Il primo passo dell’interpretazione è una sorta di translitterazione della formula immateriale in una frase che abbia un senso nel linguaggio corrente. Tradurre ‘~Kp’ in ‘il non-Sapere p, qualcosa’ oppure ‘l’interrogarsi su qualcosa, su p’, è un primo passo nella interpretazione della formula, nel dare un senso alla formula. Se la formula è un oggetto che non esce dal testo, il senso è un oggetto che in qualche modo, pur restando ancora nell’universo testuale, pur non emigrando nel mondo extra-testuale, tuttavia vi si affaccia. Il senso non va nel mondo extra-testuale, ma lo prepara, per così dire, nel successivo salto verso il significato. Per chiarire quanto stiamo dicendo, proviamo a ragionare su formule multi-modali che possiamo costruire accorpando le singole formule modali del box n° 6, per esempio quelle uguali per densità, ~Kp e Mp:
 
1.         ~K[Mp]
 
che si può leggere in uno dei seguenti modi:
 
1.1              il non-Sapere del Possibile;
1.2              l’interrogarsi sul Possibile
1.3              il non-Sapere sulla Possibilità.
 
Se poi, alla figura multi-modale ~K[Mp] aggiungiamo la figura assiologia del Male, ~Gp, e la incassiamo nella 1, avremo la figura multi-modale
 
2          ~K[M(~Gp)]
 
che si potrebbe leggere nel modo di 2.1 o di 22 o in altri modi:
 
2.1       l’interrogarsi sulla possibilità del Male
2.2       il non sapere sulla possibilità del Male.
 
Mettiamo che il committente sulla ricerca intorno a Vito sia il Direttore di una grande Azienda. Se gli diciamo che il suo top manager Vito ha un testo dominato da ~Kp, probabilmente i fondi per la continuazione della ricerca non ci vengono rinnovati. Già se gli diciamo (punti 1.1, 1.2.1.3) che il suo top manager si interroga sulle possibilità (di sfondare nei mercati di un certo paese dell’Est) la risposta del direttore sarà più sfumata, venata di qualche curiosità. Se infine gli diciamo, il suo Vito si interroga sulla possibilità che i mercati in quel certo paese dell’est possano andare anche male (punti 2.1, e 2.2), il Direttore si accorgerà che ci poniamo sul suo stesso piano di discorso. Nei passi della finzione conversazionale con il Direttore che abbiamo ipotizzato, infatti, siamo passati dall’universo immateriale del testo, attraverso un salto transuniversale, nel mondo materiale extra-testuale, grazie all’interpretazione delle formule astratte. Come si calcolino poi i salti transuniversali, ovvero il legame tra le forme dell’algoritmo immateriale del testo, e le forme dell’algoritmno materiale del riferimento extra-testuale, sarà oggetto di un prossima nota sempre qui su ‘Algoritmi’.
 
G.L.



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